Ferrata dei Picasass – sognare di essere alpinista per un giorno

Nei mesi precedenti al primo lock-down ho iniziato ad appassionarmi di alpinismo, leggendo una decina di libri molto interessanti, scritti da grandi personaggi illustri in questo campo. 

Inutile dire che alla fine del secondo libro iniziavo a sentire dentro di me la grande voglia di cimentarmi in questa disciplina, dopo il quarto titolo avevo già immagazzinato sufficienti nozioni per poter affermare di essere un’alpinista di tutto rispetto e alla fine delle dieci letture mi sentivo pronta per scalare il Nanga Parbat. Eh già, una caratteristica peculiare del mio carattere è proprio quella di vivere tutto con grande entusiasmo (per lo meno all’inizio…) immedesimandomi profondamente nel personaggio! Pure troppo…

Alcuni dei titoli che ho letto negli ultimi mesi

Chiaramente ho dovuto ridimensionarmi e scendere dalla nuvoletta di sogni che mi ero sapientemente costruita per tornare con i piedi per terra e affrontare la questione in modo più lucido. Ho pensato di iscrivermi ad un corso di alpinismo appoggiandomi ad un Cai; ho vagliato le proposte delle guide alpine della mia zona… ma niente… L’inizio della pandemia ha bloccato tutto sul nascere impedendomi di avvicinarmi a questa entusiasmante attività.

Non mi sono arresa, ho continuato a documentarmi in attesa di tempi migliori e alla fine è successo qualcosa di inaspettato: mi sono trovata del tutto casualmente a parlare di questo mio forte desiderio di imparare tutto sulle tecniche della scalata con un mio compaesano, molto sportivo e appassionato di montagna che si è gentilmente offerto di farmi da tutor.

Ovviamente non mi sono lasciata scappare l’occasione e nel giro di due giorni ho organizzato con lui la mia prima piccola favolosa impresa: scalare la “ferrata Dei Picasass” proprio qui a Baveno, il mio comune di residenza.

Ferrata dei Picasass

La via ferrata è un itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose, su aeree creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione ed idonea attrezzatura quale: casco, imbragatura, longe con dissipatore d’energia, guanti da ferrata e scarpe da montagna. Inoltre è indispensabile avere un minimo di esperienza di montagna e di arrampicata. Per chi non ha mai effettuato salite di vie ferrate è consigliabile farsi accompagnare da una guida alpina.

PRONTI, PARTENZA, VIA!

Dopo aver percorso il sentiero nel bosco abbiamo raggiunto l’attacco della via ferrata. Da qui in poi è stata tutta un’emozione! Già perché il paesaggio che si può ammirare arrampicandosi è semplicemente mozzafiato: Il Golfo Borromeo con le sue Isole, il Lago Maggiore e quello di Varese, l’arco delle prealpi e le alpi. L’arrampicata grazie alle numerose staffe e agli appoggi è facile e non troppo faticosa, a parte qualche passaggio particolarmente verticale e un paio di passaggi leggermente strapiombanti, l’unico punto un po’ “delicato” è costituito da un terrazzino esposto, tratto in cui mi sono calata perfettamente nella parte dell’alpinista e mi sono sentita una piccola, piccolissima, minuscola ma felice Nives Meroi.

Il passaggio più esposto della ferrata di Picasass

Un angolo verticale e poi su, verso il tratto più facile. Si raggiunge così una terrazza panoramica dove il Cai di Baveno ha apposto un libro di vetta sul quale si può annotare il proprio passaggio. Sfogliandolo ho trovato nomi di persone venute fino a li da tutto il mondo, molto bello! L’ultima parte di salita decisamente meno impegnativa porta alla vetta tramite due vie: il sentiero oppure un ponte tibetano che attraversa la valletta. Ovviamente noi abbiamo scelto la seconda opzione! Una volta in cima, ormai galvanizzata avrei anche piantato la bandiera come fanno quelli “veri”, ma per fortuna ho una dignità e soprattutto non avevo alcuna bandiera da piantare! Così ci siamo seduti a goderci il panorama qualche minuto prima di ridiscendere in paese percorrendo il sentiero nel bosco.

Il ponte tibetano

L’unica domanda che mi sono posta per tutto il tragitto di rientro ovviamente è stata sempre la stessa:

“Ma come ho fatto a non pensarci prima?!”

Vista dal Monte Camoscio

Bilancio dell’esperienza: positivissimo! Consiglio a tutti di provare questa ferrata, a patto che non abbiate paura del vuoto, non soffriate di vertigini e che siate accompagnati da una persona esperta.

Questo per me è stato solo l’inizio di una meravigliosa avventura che spero di poter ripetere presto!

Pubblicato da comehofattoanonpensarci

“comehofattoanonpensarci” nasce per l’esigenza di scrivere, leggere, imparare, tenermi informata, allenare il mio italiano, condividere pensieri, regalarmi e regalare idee sempre nuove a chiunque voglia prenderne spunto.

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